In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo" e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Commento
L’amore di Dio è scomodo. Non solo il Padre ama in modo straordinario, ma mi chiede di fare lo stesso, di rendere eccezionale il mio ordinario. Ma cos’è che può rendere divino il mio umano tentativo di amare: che sia il mio sforzo etico di voler bene a quante più persone riesco? La mia decisione di sopportare passivamente ogni sopruso? Il mio tacere per evitare dialettiche e confronti? Ma allora il Signore sembra propormi una vita amara, in cui la santità cui aspiro corrisponderebbe al raggiungimento di una perfetta sopportazione. Colgo però una forte divergenza col Vangelo di quel Gesù che promette a chi lo ama “il centuplo quaggiù e la vita eterna”. Mi aiuta a comprendere le parole del Signore la domanda al centro della pericope: «se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete?». Ciò che fa la differenza è proprio la “ricompensa”. Tante volte mi accorgo di cercare nell'altro nulla più che la conferma, l'apprezzamento, la soddisfazione della mia necessità di essere amato. Così l'altro è ridotto ad una sorta di specchio che mi rimanda ciò che desidero. Invece, l'amore di Gesù, interessato alla salvezza di ogni persona, prende sul serio ciascuno così com'è, con una gratuità che lo porta a sopportare il tradimento, l'abbandono, il dolore. Certo la croce è scomoda, ma è il segno di un amore davvero gratuito, capace di aprire le braccia a tutti con l'intento di accogliere quanti più è possibile, superando persino la distinzione tra amici e nemici.
Oggi mi impegno a vivere le relazioni nel modo di Gesù, senza cercare immediatamente una “ricompensa”, un riscontro, un riflesso, ma disponendomi ad amare gratuitamente, perfettamente, come Gesù.
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