In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
Commento
È un colpo secco, dal rumore sordo, quello della scure che recide la vita di Giovanni il Battista. È un colpo alla verità, perché, ieri come oggi, fa sempre comodo una verità recisa, parziale, che permetta l’esaltazione di ciò che ci porta vantaggi e il nascondimento di ciò che potrebbe crearci problemi, o che metterebbe in luce ciò che siamo veramente. Questa decapitazione è in disprezzo alla vita umana: tante volte la Bibbia ci ricorda come per i potenti la vita umana valga poco, spesso nulla. Sono trascorsi più di duemila anni, ma non è cambiato molto. Per i potenti di oggi, spesso la vita umana vale poco e la dignità e i diritti delle persone sono per lo più parole vuote, di circostanza, che in fretta vengono relegate nell’elenco delle parole che vanno dette, ma che non danno origine ad alcuna azione, ad alcuna conversione. Giovanni il Battista, esattamente come sarà per il Suo Signore, dice la Verità che viene da Dio e muore da innocente perseguitato proprio come Gesù: ecco perché Egli è il "Precursore", non solo perché annuncia la venuta del Figlio di Dio tra gli uomini, ma perché ne mostra anche, in anticipo, il destino finale. Egli ci ricorda che la verità non è frutto dell'impegno di un periodo, ma della dedizione che dura la vita intera e che, talvolta, può giungere a chiederci di perdere la vita, perché la verità sia detta, integralmente.
Oggi, durante l’esame di coscienza, mi domanderò se mi è capitato, negli ultimi tempi, di dire una verità parziale o una bugia; per questo, chiederò perdono al Signore.
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