In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
Commento
Il vangelo ci racconta che Erode vuole vedere Gesù. Il libro del Qoelet ci dice che non si stanca mai l’occhio di guardare. L’occhio è un organo instancabile, scruta, guarda, fissa e al tempo stesso divora, mangia, si sazia. E sazia gli appetiti, i desideri, i sogni. “Sognare ad occhi aperti” perché gli occhi ti portano dove vuoi tu. Oggi possiamo confrontare due sguardi, due modi di vedere il mondo e la vita. Erode è un uomo superstizioso e senza scrupoli, il suo sguardo è malizioso e concentrato sulla paura di perdere il suo potere. Un cuore inquinato dalla violenza, dalla grettezze umane come può vedere Dio? Gesù ci guarda con un occhio limpido, purificato, allenato alla bellezza. Durante il discorso della montagna ci ha detto: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”. Anch’io ogni giorno, ogni istante, scelgo come guardare il mondo e la vita con il mio sguardo, riconosco di non avere sempre lo sguardo limpido e puro come mi dice Gesù. Quando guardo con uno sguardo malizioso e gretto rischio di vedere solo le fatiche, le delusioni, le mancanze. Questo Vangelo mi fa riflettere, che ogni giorno devo allenare il mio sguardo per riconoscere la grandezza dei doni del Signore. Se cerco di allenarmi ogni giorno so riconoscere la meraviglia, la grandezza e l’abbondanza che mi circondano gratuitamente così i miei occhi possono nutrirsi di una nuova luce.
Oggi ripenso al mio sguardo verso il mondo. Limpido e puro o gretto e inquinato?
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