In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: "Io ho detto: voi siete dèi"? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio - e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: "Tu bestemmi", perché ho detto: "Sono Figlio di Dio"? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre».
Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Commento
Siamo quasi alla fine di questa Quaresima, che per me è stato un tempo difficile segnato da tante preoccupazioni a partire dalla guerra nella vicina Ucraina, che ancora una volta ci ha fatto vedere come la libertà umana possa giocarsi in modo anche crudele. Questo Vangelo mi è da specchio, rispecchia ciò che avviene oggi ed è avvenuto in passato. I Giudei seguivano la loro ideologia ma non avevano compreso la novità nelle parole di Gesù. Anche noi nel nostro quotidiano facciamo così, quando ci fermiamo a guardare il nostro orizzonte, senza avere lo sguardo rivolto a Dio che è nostro Maestro. In questo tempo di conversione dobbiamo aver la forza di riporre in Dio tutte le nostre fatiche e quelle ì dell’umanità intera perché Lui le possa custodire per noi; solo Lui che è la nostra roccia ci può dare la forza di non giudicare, di non covare rabbia, ma di invocare la pace e la speranza nel futuro. L’arrivo della Settimana Santa è un periodo importante per fermarsi e chiedersi: qual è l'immagine di Dio che abita io me e come io posso essere testimone? Ci ho riflettuto a lungo e posso essere testimone con la preghiera e l’affidamento a Dio e con parole di speranza. Credo che in questo tempo così faticoso, ricco di rabbia e odio, abbiamo un compito importante: mostrare a tutti che si può essere diversi e che si può vivere in un mondo ricco di amore e senza guerre.
Oggi ripeto questa preghiera più volte: “Perdona, Signore nella Tua misericordia perdona i nostri peccati, aiuta i nostri cuori e i cuori del mondo a spezzare le catene dell’odio che ci tengono prigionieri”.
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