In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Commento
In mezzo alla folla che lo segue, circondato da persone che lo acclamano e che pendono dalle sue labbra, Gesù chiama Levi. Levi è un esattore delle tasse, disprezzato dagli ebrei, un peccatore. Egli ha bisogno dell’aiuto del Signore, della sua guarigione. Infatti, affidandosi a Lui diventerà suo apostolo e successivamente evangelista, prendendo il nome di Matteo, che significa “dono di Dio”. Levi sono io quando la mia fede vacilla, quando mi preoccupo delle cose materiali e non dò veramente importanza alle persone. Levi sono io quando cado nello sconforto e non riesco a trovare consolazione. Ecco che in quel momento il Signore è qui per me, mi chiama, mi aiuta, mi “guarisce”. Lui si dona a me e io divento dono per gli altri. Io sono anche gli scribi dei farisei quando punto il dito, quando giudico e critico, quando forte della mia fede, invece di seguire l’esempio di umiltà di Gesù, mi sento superiore e penso di avere in mano la verità. La verità può donarla solo il Signore. Chi scelgo di essere nella mia vita: colui che nonostante i propri difetti ed errori si affida a Gesù e alla Sua chiamata risponde seguendoLo, oppure chi si arroga il diritto di puntare il dito e giudicare ogni minimo passo falso degli altri?
Oggi mi faccio dono per gli altri, seguendo la Tua Parola accolgo chi incontrerò senza giudicarlo, se necessario aiutandolo con una parola di conforto o un piccolo gesto. Se cadrò nel giudizio, chiederò perdono.
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