Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un'asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un'asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma». I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».
Commento
La promessa d’Amore che Dio ha fatto al suo popolo è paragonata spesso alla relazione d’amore sponsale che va oltre ogni aspettativa. "Dite alla figlia di Sion: Ecco il tuo re viene a te…”. Mi ricorda la canzone religiosa “Figlia di Sion”, ispirata ai brani biblici che ripercorrono la storia d’Amore con il nostro Sposo, il nostro Re: “Fate presto, correte tutti è il mio sposo che arriva già, sulla strada stendete i mantelli, aprite le porte della città. Quando il re vedrà la sua sposa, figlia di Sion la chiamerà, nè sole, nè giorno, nè luna, nè notte, della sua Luce mi coprirà”. Chiedo a me stessa se alle porte della città, ad attendere Gesù che entra silenzioso e mite in sella ad un animale umile, se insieme alla folla mi trovo anche io ad accoglierlo. Anche io mi interrogo su chi rappresenta Lui per me? Sta ad ognuno di noi scoprire qual è il volto del Figlio di Dio, se veramente fa parte della nostra vita fino al punto di essere il nostro Re, il nostro Sposo, oppure è una comparsa che appare in alcuni momenti ad allietare o sostenere episodi della nostra vita. Eppure tutte le volte che ho lasciato che Lui entrasse nei miei spazi e rompesse le mie abitudini, ho potuto sperimentare quella Luce che cambia ogni prospettiva e permette di vivere una vita piena e gioiosa, anche in situazioni di grande fatica e sofferenza.
Oggi nella preghiera di ringraziamento per il dono dell'Eucarestia provo ad elencare nella mia mente e nel mio cuore i segni della Sua Presenza nella mia vita.
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