In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Commento
Mi ha sempre colpito che al termine del brano di Vangelo sulla correzione fraterna ci sia l’esortazione alla preghiera. La correzione del fratello e della sorella e il perdono non sono infatti frutto della semplice volontà umana, sono dono di Dio da chiedere continuamente, perché solo Lui può sciogliere i nodi che ingarbugliano le nostre relazioni e aprire i cuori al perdono vicendevole. “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome”: è il grande miracolo di una fraternità riconciliata. Se percorriamo la Bibbia dall’inizio alla fine troviamo storie di relazioni fraterne ferite dal peccato. Nessuno escluso, nemmeno Gesù, che ha avuto a che fare con il tradimento da parte dei suoi. Eppure il cuore del Vangelo è proprio questo: è possibile per gli uomini vivere da fratelli, il peccato non ha più l’ultima parola. La pace che il Signore dona ai suoi discepoli dopo la risurrezione apre a tutti noi la possibilità di perdonare ed essere perdonati. Il Vangelo di oggi ci indica la via quotidiana per costruire la fraternità: prendersi cura di chi ci sta accanto, senza cedere alla tentazione dell’indifferenza o dell’ipocrisia. Ma noi abbiamo il coraggio di correggere e accogliere la correzione? Spesso infatti nei nostri gruppi e comunità preferiamo chiudere gli occhi o parlare alle spalle!
Oggi provo a dire apertamente al fratello e alla sorella quello che non va, spinto non dal bisogno di difendere i miei diritti lesi ma dal desiderio di camminare insieme sulla via del Vangelo.
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