In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Commento
Provo ad immedesimarmi nel lebbroso e pensare a quale gioia abbia provato ad essere stato guarito, quale gioia per aver ricevuto un dono, un cambiamento radicale della sua vita, toccata letteralmente dal Signore. Dal brano sembra quasi che Gesù abbia fatto uno strappo alla regola a causa della sua compassione verso gli ultimi, che rompe ogni schema. La gioia per il dono ricevuto dal lebbroso è incontenibile: non è forse questo che ci viene spesso detto di fare per dare gloria al Signore, cioè portare a tutti testimonianza della sua presenza nella nostra vita? Eppure, Gesù lo “ammonisce severamente” dicendogli di non farne parola a nessuno. Credo che il motivo dietro a queste indicazioni sia che l’annuncio, per essere efficace, deve essere portato assieme alla Chiesa, e non da soli, nonostante a volte possa sembrare che questa non sia “al passo” con i tempi, anche se a volte nella Chiesa di oggi non c’è quella spinta all’annuncio che nasce dalla nostra esperienza di Cristo. Una volta la mia guida spirituale mi disse che l’unione della Chiesa è più importante di come mi senta, che bisogna portare pazienza e vivere nella Chiesa nel momento che essa sta vivendo. In che modo porto la mia testimonianza di gioia nella Chiesa, nel territorio in cui vivo? Ho a volte la tentazione di vivere la mia fede e la mia testimonianza da solo? Nella diocesi di Bergamo abbiamo la fortuna di avere un Ufficio per il Primo Annuncio, che ci permette di vivere l’esperienza dell’annuncio assieme alla Chiesa ed aiutarla a crescere sotto questo aspetto.
Oggi cerco informazioni riguardo alle proposte di questo Ufficio e penso se queste possono essere proposte nella parrocchia che frequento o alle persone che conosco, eventualmente suggerendole io stesso.
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