In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Commento
Invocazione allo Spirito Santo: Spirito Santo, aiutami a vivere nel quotidiano quello che celebro nell'Eucarestia.
Questa pagina di Vangelo andrebbe letta e riletta quotidianamente, perché la questione che essa presenta è decisiva per la nostra fede e la sua concretizzazione nella carità. Qual è la cosa più importante? È il punto di partenza: devo saperlo! Alla luce della risposta che darò a questa domanda, a cascata, verrà tutto il resto. La questione, allora, va posta al Signore, come sapientemente fa uno scriba. E il Signore risponde con le parole della Scrittura, citando il primo comandamento, quello dell’amore per Dio, unitamente al secondo. Da qui, emerge in tutta la sua forza la grande fede e forza spirituale dello scriba, che con una sintesi mirabile unisce con la congiunzione “e” il primo comandamento al secondo, per dire non soltanto che l’amore per Dio e per il prossimo non sono in alternativa, ma che devono essere vissuti insieme. La fede è questa, amare Dio e gli uomini e le donne che incontriamo, insieme e nello stesso tempo. Questo amore che abbraccia Dio e i fratelli, aggiunge lo scriba, vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici. Questo non va interpretato come un invito velato a sottovalutare l’importanza della liturgia; al contrario, esso ricorda come la verità di ciò che celebriamo nell’Eucarestia, il dono di sé di Cristo per la nostra salvezza, richiede uno stile di vita che si fa dono per gli altri. Occorre vivere ciò che si celebra. Se sapremo farlo, come lo scriba, non saremo lontani dal regno di Dio.
Mi impegno, oggi, a chiedere al Signore, nella preghiera, di crescere sempre nell’amore per Lui e per ogni persona che incontro nella mia vita.
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