In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario - che non è pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
Commento
Il tuo Spirito soffi in me, perché la tua Parola mi trasformi. Avvolti nel tempo pasquale il Risorto ci rivela il Suo volto che porta i segni del dono di sé fino alla morte e insieme la luminosità della Risurrezione. Oggi il racconto del Vangelo parla di pastore e mercenario: entrambi hanno a che fare con le pecore, ma con stili e cuore decisamente diversi. Al mercenario non importa niente delle pecore, il suo interesse principale è il guadagno. Il “buon pastore” non agisce per la sete del guadagno, ma perché ama ciascuno di noi. Il Signore Risorto è il “buon pastore” per la nostra vita di credenti e di popolo, dell’umanità che cerca un senso che dia bellezza e luminosità alla sua esistenza. Se il mercenario agisce per interesse suo, per guadagnarci qualcosa al di là di come stia la persona che ha davanti, il “buon pastore” è disposto a dare la sua stessa vita perché ciascuno riconosca quanto è prezioso agli occhi del Padre e che la sua vita trova unità in Lui. Il Risorto è il “buon pastore” e in Lui ciascuno di noi è chiamato ad essere buon pastore per chi ci è accanto, per chi ci è affidato nel lavoro che svolgiamo, nella famiglia, nelle amicizie, nell’amore. La Parola di oggi mi provoca a chiedermi come vivo la relazione con gli altri: sono una mercenaria che vuole guadagnarci sulla pelle delle persone o provo ad assomigliare un po’ al “buon pastore” nella cura e nella vicinanza? Oggi la chiesa celebra la giornata di preghiera per le vocazioni: dedico del tempo a ripensare alla mia vita come vocazione-chiamata a seguire il “buon pastore” e testimoniarlo.
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