Il primo giorno degli àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?". Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Commento
Spirito Santo, dammi la grazia di saper condividere la vita con le persone che ogni giorno incontro nel mio cammino, agendo in modo generoso e disponibile verso il prossimo. In questa domenica, il Vangelo di Marco ci ricorda l’ultima cena, in cui Gesù dona l’Eucarestia. Mi piace pensare che Gesù abbia voluto condividere con i suoi discepoli, che rappresentano l’intera umanità, questa cena alla quale siamo invitati a partecipare ogni volta che viviamo la Messa. Questo spirito di condivisione del pane e del vino che diventano il corpo e il sangue di Gesù, lo possiamo vivere tutti noi quotidianamente, certo partecipando alla messa, ma anche nel condividere le giornate con le persone a noi care e che ci sono vicine. Qui in Bolivia, dove mi trovo da più di sei mesi, mi capita di condividere le giornate con i missionari che mi hanno ospitata e con le persone che ogni giorno andiamo a visitare nelle diverse comunità della nostra parrocchia. E proprio qui vedo questa condivisione che Gesù fece nello spezzare il pane con i suoi discepoli. Cinque giorni alla settimana cuciniamo e portiamo il pranzo nelle piccole scuole della nostra parrocchia, poi nel pomeriggio ci fermiamo a giocare con i bambini. A volte aiutiamo qualche ragazzo a fare i compiti, altre volte ci diamo da fare nelle attività di mantenimento e cura della casa. E non sono questi gesti che rappresentano lo spezzare il pane di Gesù e condividerlo con chi gli sta vicino? Sono convinto che ognuno di noi, ogni giorno, ha la possibilità di “spezzare il pane” e di rendere partecipi le persone vicine a questo banchetto, con azioni semplici, ma che lasciano il segno?
Oggi Signore, ti chiedo di aiutarci a riconoscere l’azione dello spezzare il pane nelle nostre vite nei gesti di amore e di aiuto al prossimo.
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