In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Commento
Vieni Santo Spirito, aiutami ad aprire il mio cuore al prossimo, per essere vero discepolo di Gesù.
Gesù, nel chiamare a sé un pubblicano, un uomo considerato impuro e traditore dalla società ebraica, compie un gesto rivoluzionario: non solo sta scegliendo un discepolo insolito, ma sta anche tracciando una strada nuova, una via che non esclude nessuno. Per Gesù non contano le apparenze, ma il cuore. In un mondo spesso diviso e polarizzato, il messaggio di Gesù ci invita a superare i pregiudizi e ad aprire il nostro cuore all'altro. Ci chiede di uscire dalle nostre cerchie ristrette e di andare incontro a coloro che sono diversi da noi, a coloro che vivono ai margini della società. Ci invita a costruire comunità accoglienti, dove ognuno possa sentirsi a casa, indipendentemente dal suo passato o dalle sue scelte. Ci sfida a essere strumenti di misericordia, portando l'amore di Dio a coloro che ne hanno bisogno. Certo, non è facile mettere in pratica questi insegnamenti. Spesso siamo tentati di giudicare gli altri, di etichettare, di sentirci migliori, di creare divisioni. Ma se vogliamo essere veri discepoli di Gesù, dobbiamo sforzarci di superare queste tendenze e di vivere un amore universale che abbraccia tutti. La chiamata di Matteo ci ricorda che la fede cristiana non è una religione per pochi eletti, ma un invito rivolto a tutti. È un invito a seguire Gesù, a camminare sulle sue orme, a costruire un mondo più giusto e fraterno. È un invito a diventare, come Matteo, discepoli-missionari, portatori della buona notizia dell'amore di Dio per tutti gli uomini. In che modo la mia comunità riflette l'insegnamento di Gesù sull'inclusione? Ci sono persone che sentiamo escluse o marginalizzate?
Oggi trovo un momento per sedermi da solo e riflettere su quali pregiudizi ho nella mia vita nei confronti del mio prossimo.
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