In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate.
Commento
Spirito di Dio, donami la tranquillità per poter riflettere sulla tua Parola, in modo che possa assorbire tutta la sua potenza per la mia vita.
Un significato profondo e straordinario permea queste parole del Vangelo di oggi. Gesù è felice. Infatti troviamo uno dei pochi momenti dove si manifesta una aperta gioia in Gesù; una gioia che si traduce in una preghiera al Padre. Ancora una volta, Egli, Gesù, prende le “difese dell’uomo”, si immerge ancora in modo più marcato e pieno nell’umanità che ha assunto e ringrazia il Padre. Lo ringrazia, non per avere discriminato il genere umano permettendo l’apertura al Vangelo solo ai piccoli, ma “rende lode” perché per aderirvi non sono necessari titoli, qualifiche o averi, ma solo il “donarsi” interamente a Lui e al Prossimo. Il “rivelare ai piccoli” significa dare a tutti la possibilità di godere della Parola, perché quei “piccoli” siamo noi, intesi come genere umano…che ogni tanto si dimentica della sua labilità. Tutto ciò trova conferma anche nell’ultima parte della pericope, dove rende i discepoli consapevoli della grazia a loro donata di potere “vivere Gesù”; altre persone, ben più potenti di loro non hanno questa fortuna, ma semplicemente perché i loro sguardi sono turbati dagli interessi, dai beni voluttuari, dalla mondanità del mondo, non perché Dio non voglia! Chiediamoci dunque anche noi: “Quante volte sostituisco Dio in favore dei miei interessi personali?”. Con queste parole, Gesù consacra la sua autorità divina, dice al mondo, a noi, che Lui è il figlio di Dio, che è Dio!
Come proposito di Avvento mi impegno a non sostituire mai la Parola di Dio in favore delle mie debolezze.
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