In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.
Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».
Commento
Spesso il Maestro deve fare i conti con qualche “sparata”, quasi sempre finalizzata a farlo a pezzi, con la palese volontà di distruggere la sua reputazione e l’autorevolezza del suo insegnamento. Quella di oggi è particolarmente priva di un senso logico: Gesù scaccia i demoni per conto del loro capo. Da un’affermazione tanto scriteriata Gesù ci racconta dell’assurdità di un regno diviso in se stesso, anche se si tratta della competenza del maligno. In questo modo Lui ci illumina tutti con un richiamo all’integrità: spesso abbiamo a che fare solamente con alcuni “pezzi” della nostra vita, disperdendo tante energie alla ricerca, spesso spasmodica, di tanti frammenti dimenticando di puntare ad un progetto unitario. Guarda caso la parola “diavolo” in greco significa “colui che divide”. Sono proprio i nostri compromessi col male che ci dividono dal Maestro e ci separano dagli altri. È il nostro fingere che il male non interessi la nostra vita che ci fa a pezzi e ci spinge a fare a pezzi gli altri. Chiediamo al Signore di essere in unità con Lui, per essere integri in noi stessi e integratori nelle relazioni, dimenticandoci però di essere integralisti.
Oggi voglio affidare al Signore un “pezzo” della mia vita. Non voglio disperdere questa relazione, sogno o progetto: chiedo al Signore che sia una parte importante di quel puzzle che è la mia vita e che mi aiuti a orientare ad un progetto comune e unitario tutti gli aspetti della mia esistenza.
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