In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: "Perché lo slegate?", risponderete così: "Il Signore ne ha bisogno"».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».
Commento
Il Vangelo di oggi sembra diviso in due parti. Nella prima parte Gesù assegna ai discepoli un compito, e, anche se questo compito appare un po’ strano, loro si fidano di lui, evidenziando che anche oggi il Signore mi sta invitando a credere in Lui. Gesù mi sta dicendo che anche adesso, quando le cose sembrano non andare come credo sia meglio, occorre che mi affidi: è proprio questa l’occasione in cui ci si deve abbandonare maggiormente alla fiducia in Lui. Altrettanto sorprendente mi pare quello che accade nella seconda parte, dove noto un cambio di atteggiamento da parte di Gesù rispetto ai mesi, agli anni precedenti della sua vita. Fino a ieri evitava di farsi pubblicità, invitando anche coloro che eano stati guariti a non rendere pubblico quello che Egli aveva fatto per loro. Invece, in questa occasione, Gesù non solo non sfugge alle lodi della gente per i prodigi che ha visto fare da parte sua, ma addirittura sembra giustificare ciò che i suoi discepoli stanno facendo. Come mai Gesù fa questo? Forse perché devo imparare che c’è un tempo per tutto: per festeggiare, per digiunare, per stare in silenzio o per gridare...
E’ così: quello che faccio deve essere adeguato al contesto in cui mi trovo. Mi sembra che adesso Gesù mi stia chiedendo di stare vicino tutto me stesso e con la preghiera a chi sta soffrendo come Lui davanti a una prova difficile della vita, nutrendo la speranza.
Oggi mi impegno a non tacere la verità quando aiuta il mio prossimo a crescere.
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