In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Commento
Da cristiani, vivendo alla sequela di Gesù, ci sembra normale cercare di assomigliargli sempre di più, passo dopo passo. Nutriamo il grande desiderio di essere santi e cerchiamo di coltivarlo quotidianamente, con la preghiera e con opere di carità. Ma a volte ci dimentichiamo perché lo facciamo: per amore e gloria del Signore oppure per la nostra gloria personale, cioè per autocompiacimento o comunque perché gli altri possano lodare i nostri meriti? La domanda dei discepoli: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?" sembra nascondere quest'ultimo intento. La risposta di Gesù, tenera e concreta, ci riporta invece al cuore della nostra umanità. Per realizzare questo grande desiderio di santità, per ereditare il regno dei Cieli, non servono grandi opere e neanche cercare di essere migliori dei nostri fratelli. Occorre invece essere piccoli come bambini, figli affidati al Padre celeste, consapevoli che se è difficile arrivare in alto con le nostre gambe, nelle braccia di Gesù possiamo tutto. Come ha scritto santa Teresina di Lisieux, le braccia di Gesù sono l'ascensore che ci innalza fino al Cielo: più ci facciamo piccoli più sarà facile per Lui trasportarci in alto, nel posto che Lui ci ha preparato.
Oggi, raccolto in preghiera alla presenza di Gesù, gli chiedo la grazia di convertire il mio cuore e aiutarmi a diventare sempre più bambino, sempre più figlio.
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