In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: "Se vuoi, puoi purificarmi!". Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: "Lo voglio, sii purificato!". E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: "Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro".
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Commento
Gesù incontra un lebbroso, una persona considerata impura e per questo rifiutata ed evitata dalla società del tempo. Il lebbroso si butta ai suoi piedi, lo supplica di guarirlo e Gesù lo accoglie, lo tocca e lo guarisce. Due sono le riflessioni che mi vengono oggi, entrambe sugli atteggiamenti dei protagonisti.Gesù avrebbe potuto semplicemente dirgli: ‘Lo voglio; sii purificato!’, invece, accanto a questa frase compie anche un gesto: ‘stese la mano, lo toccò’. Gesù non ha paura di farsi vicino, di entrare in contatto con noi e con le nostre fragilità. In questo tocco ci mostra quanto sia disposto a prendere su di sé le nostre impurità, le nostre colpe per liberarcene. Non è infondo quello che farà successivamente morendo sulla croce?
Nella sua discrezione, Gesù chiede al lebbroso di fare silenzio: non è lì per farsi acclamare, trovare consenso o applaudire dalla folla, la sua missione è un’altra.
Il lebbroso, invece, allontanatosi ‘si mise a proclamare e a divulgare il fatto’, disattendendo quindi l’indicazione che gli era stata data da Gesù. Come dargli torto, tuttavia…come poteva tacere una tale gioia? Non è forse vero che "la felicità è autentica solo se condivisa"? Non è ciò che dovremmo fare anche noi, rendere testimonianza dell’esperienza concreta che abbiamo di Gesù?
Oggi mi lascio interrogare dall’atteggiamento del lebbroso e mi chiedo se come lui so comunicare agli altri il bene che Gesù porta alla mia vita.
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