La Gioia del Vangelo

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giovedì 28 gennaio 2021

Giovedì della III settimana del Tempo Ordinario

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Dal Vangelo secondo Marco 4,21-25
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».
Commento
“Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto?”
Ma che domanda? Assolutamente no, mi viene immediatamente da dire! Se penso alla luce penso a qualcosa che illumina, accendo la luce per muovermi meglio per vedere meglio; il sole illumina la neve e crea quelle stelle di luce sulla terra che sono meraviglia: perché dovrei nascondere la luce?
Eppure Gesù tu oggi mi parli e mi dici che la luce può essere nascosta. Ma di quale luce parli? Forse la luce dell’amore? Della verità? Del perdono? Amare come hai amato tu, perdonare come hai perdonato tu, amare gli altri come noi stessi…
Sì, quante volte ho nascosto la luce, la tua luce che vuole guidarmi, io donna che ti cerco ma che nella mia fragilità di essere umano a volte mi nascondo, per paura, per debolezza, perché mi costa troppa fatica amare come fai Tu. Portare delle maschere è spegnere la Tua luce: la maschera dell’invidia, dell’orgoglio, della fatica.
“Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi”: qui c’è tutto e forse a volte non ci crediamo fino in fondo, perché non è immediata la risposta dell’amore, ma Tu ci dici di seminare e di avere pazienza e non spegnere la luce.

Perdonami Signore: quanto ho bisogno della tua luce!

Oggi mi impegnerò per riaccendere una luce che mi costa fatica lasciare accesa: che sia una preghiera per chi non mi è troppo simpatico, una cosa che devo fare ma che da tempo rimando o una maschera che sto portando per comodità, ma che spegne un po’ la vera luce.
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