In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
Commento
Oggi ci troviamo di fronte ad un testo molto particolare: Gesù è accusato di operare esorcismi in nome di Satana. Lui però non ci sta, non vuole essere scambiato per un santone, per un guaritore o per un guru. Il demonio è colui che divide e che inganna, che ci fa credere che Dio sia un concorrente e non un alleato. È un testo che mi provoca e suscita in me questioni decisive: davvero conosco il Signore? Che posto gli riservo nella mia vita? Davvero che questa domanda sta al centro della mia vita di fede e mi rendo conto di come tante volte anche io dubito del Signore, della sua grande pazienza e del suo amore smisurato che sempre accompagna la mia esistenza. Il Signore mi suggerisce che non è necessario essere indemoniato per allontanarmi da Dio, ma mi distanzio da lui ogni volta che penso di poter bastare a me stesso, di farcela da solo. Con le sue parole Gesù sembra dirmi che davvero, se voglio, posso avere un “uomo forte” che vigila alle porte del mio cuore e della mia coscienza: è Lui stesso che con la sua passione, croce e resurrezione ha definitivamente sconfitto l'avversario.
Alla fine di questa giornata mi metto davanti al Crocifisso e ripenso a quelle volte in cui con i pensieri, le opere o le parole mi sono centrato su me stesso, allontanandomi da Lui.
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