In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Commento
Questo passo del Vangelo ci mostra anzitutto come Gesù sia pienamente inserito nella vita del popolo a cui appartiene. Infatti l'episodio narrato accade di sabato all'interno di una sinagoga dove Gesù si reca a insegnare. Gesù pone quindi la novità che Egli è attraverso la partecipazione alle tradizioni del popolo di Israele. E qui accade che l'unico a riconoscerlo è uno spirito impuro, cioè quell'avversario con cui Lui ha combattuto per tutta la sua vita, fin dai quaranta giorni nel deserto e poi ogni giorno fino alla sua passione. È bello però vedere come Gesù non solo caccia via lo spirito impuro dall'uomo che ne era posseduto ma gli intima anche di tacere. Perché gli dice di tacere? Non era meglio che ne rivelasse la natura di figlio di Dio? In fondo Gesù non vuole costringere gli uomini ad accoglierlo per forza, ma vuole che gli uomini lo riconoscano liberamente, attraverso la sua persona e i segni che egli compie. Infatti i presenti davanti a quanto accade si chiedono l'un l'altro chi Egli sia.
Spirito ti chiedo di riconoscere oggi la presenza di Cristo, all'interno delle situazioni che mi dai di vivere.
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