In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Commento
Cosa vuole il Signore da me? Anche a me capita, come all'uomo incontrato da Gesù, di pormi questa domanda. Certo non la faccio con quel tono minaccioso che sembra emergere dall’episodio, ma succede anche a me di pensare, a volte, che il Signore non sia venuto nella mia vita per salvarmi, ma quasi di avvertire la sua presenza come una minaccia, come di qualcuno che mi controlla. A volte purtroppo mi capita di pensare a Gesù come a chi è venuto a rovinare i miei piani, a ostacolarmi nella vita. Oltre a questo, mi succede anche di pensare che i fratelli, soprattutto le persone che sono molto vicine a me, non siano un aiuto, ma un impiccio, tendendo a isolarmi sempre di più. Oggi Gesù prova a convincermi che, quando sono tentato di ragionare in questo modo, sto commettendo un errore: Egli in realtà mi aiuta in tutto ciò che di buono faccio, è mezzo e fine ultimo di tutto quello che c'è di bene nella mia vita. Se mi affido a Lui, nulla potrà andare male! Spesso credo di poter fare tutto da solo, tutto senza Gesù. Il mondo mi fa credere come positivo l'essere indipendente da tutto e da tutti, anche dal Signore. Invece avere dei legami non è segno di dipendenza, ma di amore. Sono capace di intessere legami fraterni, sinceri, disinteressati?
Oggi provo a guardare chi mi sta vicino non come a qualcuno che mi priva della mia libertà, ma come un fratello, una sorella in cammino con me.
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