In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
Commento
L'amore che Gesù richiede è un amore assoluto, un amore che vuole il primo posto. Dio giustamente lo pretende: ciascuno di noi è prezioso per Lui, ciascuno di noi è amato con la dolcezza e la tenerezza più pura, ciascuno di noi è costato il Suo Sacrificio. In passato quando mi capitava di ascoltare questo brano di Vangelo rimanevo un po' perplessa: mi sembrava che Gesù mi mettesse un aut aut, un dover scegliere tra Lui e quei genitori, quegli affetti che Lui stesso mi aveva donato e che ho sempre amato molto. Ho capito nel tempo che Gesù non mi chiede di scegliere: mi dice solo che se riconosco il suo Amore e decido di ricambiarlo mettendolo al primo posto, tutto l'amore e l'affetto che posso provare per chi mi è accanto risultano amplificati, come se passando attraverso Dio ne risultassero potenziati. Il mio pensiero va poi a quelle persone che hanno detto sì a Dio, ma questo "sì" è costato lo scherno e il disprezzo da parte di familiari e amici. Fortunatamente non ho avuto questa esperienza, ma anche in questi casi Gesù ci rassicura dicendo che ne vale la pena: nel nostro sì dato con dolore c'è già la consolazione di Dio e attraverso quel sì possiamo amare nel modo migliore possibile, anche se il nostro amore è volto a chi non ci comprende e a chi ci ha lasciato.
Oggi ascolto la canzone "Il canto dell'amore" di fra Russo: mi riconosco amata da Dio e chiedo allo Spirito Santo di saper ricambiare sempre con coraggio quell'Amore, sapendolo mettere al primo posto.
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