In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo" e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Commento
Le parole del Vangelo: “amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano”, esprimono il comandamento d’amore con il quale Gesù realizzerà in pienezza la Legge antica donata da Dio ad Israele. Gesù, dall’alto della croce, ne darà, infatti, personale testimonianza, quando rivolgendosi al Padre dice: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Questo atto di perdono nei confronti di coloro che lo hanno condannato ad una morte ingiusta ed infame, mostra quanto Gesù creda davvero alla potenza dell’amore misericordioso. Un amore smisurato, capace di sovvertire, una volta per tutte, la logica della vendetta egocentrica. Ora, tutti possono trovare salvezza e perdono divino. Per questo, Gesù, dirà un istante prima di morire, che “tutto è compiuto”. Amare i nemici e pregare per chi ci perseguita, ci pone senza dubbio di fronte ad uno dei compiti più impegnativi e per certi versi più drammatici della nostra vita cristiana. Amare con questo amore che Gesù mi chiede, devo riconoscerlo, smaschera molte delle mie ipocrisie. E' come fosse un “misuratore” della mia cristianità. Quanto sono convertito a Cristo? Quanto sono disposto a sacrificare veramente di me stesso e delle mie certezze umane per amore di Cristo e della Chiesa? Quanto sono capace di perdonare, senza risentimenti o desideri di vendetta?
Oggi decido di pregare il Signore per chiedergli la grazia di riuscire a benedire e perdonare quella persona che tanto mi ha fatto soffrire per un torto subito.
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