In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!»
Commento
Avete presente quando da bambini venivamo messi a confronto con i nostri fratelli o sorelle oppure dopo un voto non troppo buono a scuola ci sentivamo dire “ma gli altri cos’hanno preso?” e “perché non hai studiato come lui?”, “guarda lei com'è brava!”? Immagino che almeno una volta i nostri genitori ce l'hanno detto. Qualcuno di noi potrebbe ritrovarsi a ripetere le stesse frasi ai propri figli. Oggi vedo Gesù proprio come un genitore che forse preso dalla stanchezza, o forse perché davvero non ne può più, dopo tanto predicare, dopo le azioni buone, l'esempio e il bene donato, perde la pazienza e inizia a fare il confronto tra i suoi figli e a "minacciare", passatemi il termine, di mettere in atto severe e terribili punizioni. E noi figli, come reagivamo da piccoli? Io, che tanto spavalda non ero, mi mettevo testa bassa a rigare dritto finchè le acque non si fossero calmate. Qualcun altro più ribelle di me può aver reagito esattamente in maniera opposta. E ora che siamo adulti e abbiamo di fronte un Gesù arrabbiato, come reagiamo? Testa bassa e righiamo dritti o ribelli e impertinenti? E se invece le parole di Gesù, così come le frasi dei nostri genitori, fossero solo un modo un po’ severo magari, per darci l’occasione di meditare e ravvederci delle nostre azioni?
Pregando il Signore oggi chiedo perdono e se posso mi accosto al sacramento della confessione, o mi impegno a farlo il prima possibile, e mi do la possibilità di riparare ai miei sbagli e di essere la versione migliore di me.
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