In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
Commento
Gesù conosce il mio desiderio di Bellezza, di Bene, d’Amore... in una parola il mio desiderio di Dio. Conosce però anche ogni mia debolezza. Credo che la ricchezza di cui parla non sia solo quella materiale, ma è tutto ciò che mi impedisce di essere libera nel seguirLo: il rispetto umano, il desiderio di primeggiare, l’amor proprio. Anche ciò che è giusto, come l’affetto per la famiglia e le persone care o la dedizione per il proprio lavoro, può diventare un ostacolo se lo antepongo a Dio. Capisco allora lo scoraggiamento che pervade i discepoli: “chi può essere salvato?”. Ma è proprio qui che Gesù mi svela tutta la tenerezza del Padre: è Lui che viene incontro ai miei limiti, alla mia incapacità di avanzare verso di Lui. A Dio tutto è possibile: basta la mia volontà di appartenergli e il mio desiderio che Lui faccia parte della mia vita. Gesù non mi chiede di scegliere tra Dio e quanto possiedo: mi chiede semplicemente di vivere la famiglia, il lavoro, le mie aspirazioni in Lui. Perché è solo se vissuta attraverso di Lui che la mia quotidianità diventa piena e ricevo così “cento volte tanto”.
Ho desiderio che Dio faccia parte della mia vita, delle mie relazioni, dei miei progetti?
Oggi resto dieci minuti in silenzio ringraziando il Padre: Egli non mi abbandona, non mi lascia al mio peccato, ma continua a tendermi la mano e a chiamarmi a Sé.
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