In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: "Àlzati, vieni qui in mezzo!". Poi domandò loro: "È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?". Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all'uomo: "Tendi la mano!". Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
Commento
I Farisei osservano Gesù, aspettando che guarisca quell'uomo, per poi accusarlo di non aver rispettato la legge; il sabato non si lavora e quindi secondo i farisei non si guarisce nessuno, tanto meno una persona considerata impura per le sue infermità e quindi indegna di stare al centro della comunità! Ma Gesù chiede bene: "è lecito il giorno di sabato fare il bene o il male? Salvare una vita o toglierla?”. E qui non riceve risposta. Rimangono in attesa della guarigione ma nel loro cuore sanno già di volere la morte di Gesù. Mi fa riflettere questo atteggiamento dei farisei. A primo impatto, penso a quanto siano stati ingiusti e duri di cuore mettendo la legge al di sopra del bene e della salute delle persone. Ma poi penso quante volte anche noi ci comportiamo come i farisei senza accorgercene? Ci è mai capitato di giudicare le persone in nome di un ideale o addirittura in nome di una legge? Una persona a me cara un giorno mi ha detto: "a volte rischiamo di anteporre la bandiera all'uomo, non ci ricordiamo più chi abbiamo di fronte!". Quanto è vera questa frase: siamo spesso tentati ad allontanare chi la pensa diversamente da noi, spesso senza un confronto. Rischiamo di chiuderci in noi stessi pensando di essere dalla parte della ragione ed emarginare quella persona come se fosse una minaccia.
Oggi mi metto alla prova e cerco di mettermi nei panni delle persone che incontro. E a fine giornata mi chiedo se il mio sguardo verso l'altro è stato critico oppure sono riuscita a tendere la mano ed accoglierlo come un fratello.
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