Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All'istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Commento
Il brano di oggi mi rallegra, mi fa pensare al Signore come al Dio delle sorprese e dei ribaltamenti: dove tutto sembra sterile fa fiorire vita, dove i codici culturali sono stretti dà voce e potere alle donne...e il figlio di un sacerdote non cresce in sinagoga o nel tempio ma nel deserto! Mi fa pensare alla vita che viviamo incasellata in strade che pensiamo rigide e prestabilite senza lasciare spazio al miracolo e alla sorpresa: alle nostre sterilità e sofferenze nelle quali ci adagiamo e crogioliamo senza speranza né affidamento; alle aspettative della società civile e religiosa che diamo per scontate e incontestabili. Quanto è liberante sapere che Dio agisce nella nostra storia donando vita, cambiando il nome, sciogliendo lingue, donandoci profeti. E’ il Signore dell'inatteso che cambia i piani e le aspettative degli uomini, con creatività e misericordia. Infatti il bimbo che diventerà il più grande profeta d'Israele viene chiamato Giovanni ovvero “dono di Dio”. Quante volte ci chiudiamo alle novità e alla possibilità di sorprese nelle nostre vite... Viviamo da increduli come Zaccaria o da affidati come Elisabetta? Guardiamo a Dio come a Colui che dona o che toglie?
Oggi nella preghiera presento a Dio la mia sterilità o la mia parte bloccata, mi affido a Lui riconoscendo che può portare vita e sciogliere i miei blocchi.
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