In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
Commento
Spirito Santo, aiutami a riconoscere Gesù come Dio-con-noi.
L’esperienza del pianto tocca tutti nella vita, seppur per motivi diversi. Per me è una fortuna saper piangere. Anche Gesù piange per il dolore dell’amore, a Gerusalemme per celebrare la Pasqua con i suoi discepoli, l’ultima che celebrerà sulla terra. Sono giorni intensi e di un’emozione contenuta. Avvicinandosi a Betania, si ferma sul Monte degli Ulivi, contempla la la Città Santa e piange, non può contenere il dolore per l’incapacità dei suoi abitanti di riconoscerlo. L’infedeltà del suo popolo provoca dolore nel suo cuore che piange per la chiusura del cuore del popolo eletto che non aveva tempo per aprirgli la porta: troppo occupato, soddisfatto di se stesso. Nell’entrare a Gerusalemme i pellegrini che viaggiano con Gesù si lasceranno contagiare dall’entusiasmo e lo proclameranno Figlio di Davide; pochi giorni dopo Gesù uscirà da quella città trascinando un legno. Il Re dei re e Signore dei Signori coronato di spine, "disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima”. Questo è Gesù: il Dio fatto uomo piange per ognuno di noi incapaci di riconoscerlo come Colui che conduce alla pace. Il cuore, spesso occupato e soddisfatto di se stesso, si chiude all’Amore. Gesù piange perché impariamo a piangere con Lui. Dà la propria vita affinché noi possiamo vivere, soffre perché nel suo dolore possiamo ritrovarci, piange per il dolore dell’Amore. Perché Egli è buono e ha dato per noi la sua Vita. Perché quanto abbiamo di buono è suo..Dovremmo tutti poter fare quest’esperienza di pianto d’amore: riconosceremmo di quale amore per noi è stato capace Gesù, è capace Dio. So fare esperienza di pianto pensando all’amore di Gesù per me?
Oggi sosto davanti al crocifisso e davanti al povero che mi passa accanto, provo a sentire quanto arde d’amore il mio cuore.
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