In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo".
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore".
Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato»
Commento
Oggi il Signore mi mette in guardia dal pericolo di avere "l’intima presunzione di essere giusta e disprezzare gli altri". Mi può capitare talvolta di subire un torto, un’ingiustizia magari sul lavoro, in famiglia o con gli amici… Come posso non disprezzare chi in quel momento mi sta facendo del male? E magari lo fa anche consapevolmente? Sono così tanto abituata a giudicare e a emettere sentenze che a volte è così difficile fermare il giudizio, soprattutto quando sono la diretta interessata dell’accaduto! A me Gesù suggerisce di partire dal non disprezzare l’altro; anche se il giudizio rischia di essere immediato, occorre che impari a mettermi al pari del fratello che sta commettendo un errore, anche se mi sta facendo soffrire in quel momento.
L’antidoto alla presunzione di essere giusti l’ho trovato nella lettera ai Romani che ho letto di recente: “amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda”. Adoro questa espressione: “gareggiare nello stimarsi a vicenda” proprio perché il gareggiare per noi implica solitamente una competizione, un farsi lo sgambetto per superare l’altro. Ma Dio stravolge la realtà che viviamo tutti i giorni e ci chiede di avere uno sguardo diverso.
Oggi non solo non disprezzo, ma cerco la comunione con i fratelli. Se ho un pensiero positivo su una persona non lo tengo per me ma lo esprimo a parole.
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