In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!».
E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elìa e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elìa è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui».
Commento
Quando vado in montagna, mi colpisce sempre come si veda bene il cielo dalla cima. Ai piedi del monte gli alberi ci fanno ombra, e la vista si ferma ai dettagli delle cose che ci circondano. Mano a mano che saliamo, riusciamo a vedere sempre di più e sempre più lontano. Se il cielo è senza nuvole, il sole si vede bene quando arriviamo sulla punta. Nel Vangelo di oggi, i discepoli del Signore hanno camminato in salita per vedere la luce di Gesù, il Sole di giustizia. Anche noi, nelle vicende quotidiane, ci sentiamo come chi percorre un sentiero in salita. E non sempre abbiamo in mente la meta da raggiungere. Ci perdiamo per strada. A volte, ci fermiamo per godere della vista parziale che offre uno scorcio. A volte, cerchiamo indicazioni. A volte, torniamo indietro perché il percorso è impraticabile e siamo costretti a cambiare sentiero. Ci sono molte strade ma alcune non portano in cima, alcune sono a fondo chiuso. Il testo ci dice che gli apostoli hanno perseverato, sono rimasti dietro Gesù, lo hanno seguito, e infine hanno visto e udito cose straordinarie: Gesù trasfigurato nella nube, la voce del Padre, Mosè ed Elia che conversavano con Lui.
Allora mi chiedo: sono disposto a perseverare nelle difficoltà per incontrare il Signore risorto?
Oggi non rimando le faccende quotidiane, sapendo che la strada per il cielo è in salita.
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