Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via.
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Commento
“Egli sa che dice il vero…”. L' evangelista non sta semplicemente facendo il resoconto di ciò che avviene dopo la morte di Gesù in croce. Quello che lui scrive ha uno scopo più grande: vuole essere una testimonianza vera, perché ha sperimentato di persona e dice il vero e perché, sulla Sua parola, noi che leggiamo a distanza di tempo, possiamo credere. La nostra fede, ancora oggi, si fonda sulla testimonianza di chi ha visto Gesù morto e poi risorto, duemila anni fa. Di chi ha osservato che a Gesù non furono spezzate le gambe per accelerarne l’asfissia, perché non serviva più. Di chi ha visto una lancia trafiggere quel cuore che tanto ha amato da effondere ancora, come ultimo dono di una morte già compiuta, sangue e acqua, segni di quell’Amore fino all'estremo dono di sé e di quello Spirito che ci fa rinascere, nell'acqua del Battesimo, come creature nuove. Anche noi oggi vogliamo volgere il nostro sguardo a Colui che hanno trafitto, perché sulla parola di coloro che sono stati testimoni, possiamo rafforzare e rinnovare la nostra fede in Lui, in quell’amore che si è fatto dono totale di sé, perché da quel cuore aperto noi siamo resi vivi!
Mi chiedo: sono consapevole di essere inserito in una storia di testimonianza che mi è stata data in dono? E che a mia volta sono chiamato a continuare, facendone dono ad altri?
Ponendomi davanti al Crocifisso, oggi contemplo la ferita al cuore e rinnovo la mia fede in Colui che mi ha amato fino alla fine.
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