In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
Commento
La testimonianza di San Lorenzo è una bellissima stella luminosa che ci dice come sia possibile vivere oggi queste parole del Vangelo. Magari non saremo chiamati come lui a dare la vita con una morte cruenta, ma la Parola di oggi è una chiamata a donare la vita nella semplicità e ferialità. Donare la propria vita come il chicco di grano. La differenza che Gesù pone in evidenza è il rimanere solo o portare frutto. Se la spiga porta frutto può diventare farina, il portare molto frutto è farsi dono per gli altri; il rimanere solo rischia di diventare isolamento e indifferenza. La morte del chicco è quel continuo passaggio quotidiano che ci porta a decentrarci, a “metterci a fianco piuttosto che stare al centro”, è fare spazio all’esistenza dell’altro così com’è. La chiamata a perdere e odiare la propria vita è da leggere in quest’ottica. “Perdere” la vita mi richiama la parabola del lievito che si mescola con la farina: “perdere” è lasciarsi impastare dentro la realtà nella logica del dono e sarà proprio il donarsi che farà “lievitare” la pasta. L’espressione “odiare la propria vita” mi richiama la lavanda dei piedi: Gesù chinato ai piedi degli apostoli, il gesto che doveva compiere lo schiavo è vissuto dal Maestro come segno del dono totale di sé stesso. In questo gesto della lavanda Gesù ci indica fino a che punto arriva il dono del Suo amore, all’ “abbassamento” di sé stesso, allo svuotamento di sé per la vita. Donare la vita nella ferialità di tutti i giorni, per chi il Signore ci affida, è un modo concreto di vivere la sequela, di seguirlo nella via del Vangelo.
Spirito di Vita illuminami perché in questo oggi impari dal Maestro ad essere dono, ad essere una benedizione per chi accosterò.
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