In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
Commento
Vieni Santo Spirito, apri il mio cuore e la mia mente, affinché la mia vita abbia sempre più la forma del chicco di grano che dà la vita per amore.
La lieve ferita che si apre nel lato del seme, via via allargandosi lascia spuntare un piccolissimo filamento verde; serve molta fantasia per riconoscere in quel minimo frammento il frutto o la pianta che da lui germinerà. Eppure, nel prodotto finale rimarrà sempre traccia di quel chicco originale, che per fruttare ha dovuto rompersi. Gesù attribuisce un valore sorprendente a questo evento naturale: il chicco muore perché sorga la vita. Questa immagine diviene emblematica e significativa se sovrapposta alla croce: è lì che “il chicco” muore e produce frutto, è lì che la vita si perde per essere conservata. Gesù dice a me, come ai suoi discepoli, che per servirlo veramente occorre seguirlo, e la sequela ha la forma dell’oblazione. Se riconosco che la mia vita è frutto di un amore gratuito e che essa è destinataria di una promessa di vita eterna, allora posso scegliere di seguire il Signore offrendo, a mia volta, la vita.
Desidero sostare davanti all’amore di Gesù che si è “spezzato” sulla croce per me, per darmi la vita eterna? Oggi ritaglio un momento del mio tempo per pormi di fronte alla croce e offrire al Signore il mio desiderio di servirlo e seguirlo.
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