Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Commento
Il mistero più grande che mi interroga tramite questo testo lo esprime Gesù attraverso la frase: “le mie pecore io le conosco”. Mi incuriosisce e mi dà da pensare questa rivelazione, perché neanche io penso di conoscermi così bene e mi scopro tutt’ora nelle varie esperienze della vita. Tutte le debolezze, i punti di ombra, quelli di cui mi vergogno e che vorrei cambiare di me, Lui li conosce. Non ho bisogno di usare molte parole per spiegarmi, Dio non si stupisce di nulla neanche della mie fragilità. Questo aspetto dell’amore di Dio oggi mi conquista e mi accorgo di non averlo ancora interiorizzato fino in fondo. Per questo mi chiedo: quali sono i vantaggi di un Dio che ti conosce così bene da non dovergli dare spiegazioni? Innanzitutto possiamo stare ad ascoltare un po’ di più di quanto parliamo: se Lui conosce tutto non abbiamo bisogno di tante parole quando ci rivolgiamo a Lui. L’altro aspetto, che è una conseguenza di una conoscenza così profonda, è l’amore che ne scaturisce. Come l’amore di un genitore per il proprio figlio che si prende cura di lui da quando è neonato e che arriva a conoscerlo e a rispondere ai suoi bisogni, anche quelli non espressi a parole. Nel Vangelo odierno si legge che, grazie a questa conoscenza di Dio, se decidiamo di “ascoltare la sua voce” e di “seguirlo” Gesù ci assicura: “Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano”.
Mi abbandono al senso di pace che deriva da questa rivelazione, coccolata dalla certezza di essere amata così come sono.
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