In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre?
Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».
Commento
“Chi ha visto me, ha visto il Padre”. È solo l’inizio di un continuo “rispecchiamento”, dove “l’originale” è oltre lo specchio. In un infinito gioco di immagini riflesse anche io ricerco il Suo volto, assetata di riconoscerlo in coloro che mi vivono accanto, mentre sono a mia volta provocata dalla richiesta di quanti mi dicono: “Mostraci il Padre!”. Lo vogliono vedere in me, in te, nei nostri sguardi, nelle nostre scelte. Possano dire: “è tutto suo Padre!”, elogio di quella somiglianza viscerale che trascende persino la dimensione genetica, perché al di là del padre che mi ha generato, al di là di un’appartenenza biologica che può anche avermi ferito, c’è un Altro che mi abita e a cui appartiene la mia esistenza! Riscoprire ed accogliere questa verità è abbracciare l’autenticità della propria origine e della propria natura; è libertà di poter essere finalmente ciò che sono: figlia! Così, nel modo di “stare nella vita” riverbera Lui, il Padre… Ho mai amato tanto da assomigliargli? E se mi assale il buio, la tentazione, il “non senso”, il vuoto di un’assenza, mi sorprendo ad ascoltare il grido del cuore: “Mostrami il tuo volto, Signore!”. In Lui mi specchio, mi ritrovo, ritorno a casa…
Spirito Santo, aiutami a scorgere nel Vangelo il volto del Padre e a lasciarmi guardare da Lui per riconoscermi figlia.
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