In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Commento
In questo Vangelo ci sono molti spunti da meditare e tante cose sono state scritte; ci si dovrebbe soffermare su ciascuna beatitudine ma, forse proprio per questo, mi colpisce la prima: "beati i poveri in spirito". Da qui tutto inizia, le beatitudini e forse anche il mio rapporto con Gesù. Già, perché Gesù è uno che ha qualcosa da dire, qualcosa da dare, ha bisogno di spazio, di vuoto perché Gesù è uno che riempie perché si dona. Se vivo superficialmente, posso cadere nella trappola di pensare di non averne bisogno o, ancora peggio, sentirne il bisogno e credere che Lui sia quello che mi può riempire, ma essere troppo piena e troppo attaccata alle mie idee, ai miei progetti, alle mie paure, al mio modo di vedere la vita, insomma…a me, per accoglierLo davvero. Gesù oggi mi invita ad essere povero in spirito, cioè a lasciarmi guidare da Lui che va “oltre” la mia piccola veduta. La dimensione di povertà interiore mi permette di vedere “il regno dei cieli” già qui, come una dimensione del cuore che si riversa poi in gesti concreti. Sembra dirmi: “molla un po’ le tue certezze, così da poter ascoltare di più la mia voce, e quello che succederà sarà che avrai occhi nuovi per guardare la vita”.
Oggi, nella chiarezza delle mie idee, voglio lasciare poi spazio ad "altro" che Dio potrebbe suggerirmi.
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