In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: "Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo".
All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: "Alzatevi e non temete". Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: "Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti".
Commento
Anch’io come Pietro, se fossi stata partecipe del momento, di fronte allo stupore di quello che stava succedendo avrei detto la stessa cosa: facciamo delle tende e restiamo qui, dove la pace e la serenità ti avvolgono. Che senso ha andare via, tornare alla confusione quotidiana? La loro gita fuori porta li vede protagonisti di un evento straordinario: la manifestazione della divinità di Gesù. Anni fa durante un pellegrinaggio in Terra Santa sono stata sul monte Tabor. Era un caldo pomeriggio di agosto, li ho compreso le parole di Pietro, anch’io come lui avevo trovato la serenità che ti fa stare in pace e come lui volevo fermarmi li, per restare in quella comunione e far durare per sempre quella stessa sensazione. Durante le giornate frenetiche, le corse quotidiane, per fare tante troppe cose, perdo di vista la ricerca della pace e della calma e i movimenti della testa e della pancia tolgono ulteriormente serenità e lucidità. Quella pace che riscalda il cuore e ti dà serenità la trovo e l’ho trovata quando riesco a ritagliarmi un tempo per la meditazione e la preghiera, un tempo dove spengo il cellulare e stacco la spina dal mondo e dalle mie corse, per restare solo in comunione con Gesù, in Gesù. La pancia e la testa smettono di ruotare e io ritrovo la serenità che mi daàla forza di affrontare la vita con le sue corse, le sue fatiche e la sua bellezza.
Oggi cerco di ritagliarmi un momento di silenzio per restare in comunione con Gesù e ritrovare la serenità.
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