In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Commento
Questo racconto di Giovanni mi fa pensare che non è facile né scontato accogliere Gesù. Non era facile duemila anni fa perché la venuta del Messia, attesa da un lato, molto inaspettata dall'altro, scatenava scetticismo e rifiuto di molte persone. Non è facile oggi, perché siamo presi dalla frenesia della nostra vita. Per accogliere il Signore occorre, prima di tutto, fargli spazio e questo non è semplice, perché mi sento preso, soprattutto mentalmente, da mille impegni e con sempre poco tempo da dedicarGli. In più sento che il mio modo di interagire con Lui è quasi sempre sbagliato, perché mi rivolgo a Gesù con un elenco di richieste, con la lista della spesa. Il Vangelo di oggi mi sta dicendo che, per accogliere, si deve anzitutto ascoltare. E questa è la cosa più difficile. Quando le cose vanno bene mi gongolo negli allori, ma quando le cose vanno meno bene (per non parlare di quando vanno male) non faccio altro che lamentarmi. È esattamente il contrario di quello che mi chiede di fare il Signore. Anche se siamo solo all'inizio della vita di Gesù, sappiamo che avrà molti ostacoli da affrontare e, a differenza di me, non si lamenterà mai dei problemi.
Oggi rifletto sui nodi che ho da risolvere nella mia vita, ma cerco di vederli come un'opportunità di riscatto, invece che come una nota dolente.
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