In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Commento
Spirito, fuoco che ardi in me, donami un cuore autentico capace di riconoscere le orme del Maestro.
Stupore, scandalo, incredulità. Emozioni e sentimenti che circolano nell’incontro con Gesù. L’incontro con Lui può generare una vita rinnovata se lo accolgo nello stupore, se mi lascio sorprendere dalla sua luminosa umanità. Può succedere che lo stupore lasci il posto allo scandalo quando il Signore non corrisponde alle mie attese, quando la preghiera non porta i frutti desiderati, quando la realtà che mi circonda è disumana. Dallo stupore per un Dio che assume la nostra comune umanità allo scandalo per un Dio con le mani callose da falegname. Mi colpisce tanto anche la reazione di Gesù che non compie prodigi per la loro incredulità. Non forza la porta e i cuori. La sua Parola è sì un appello determinato, ma non certo un’imposizione da dittatura. Lui non è disposto a svendersi davanti alla mia incredulità per avere più seguaci, ma continua con le Sue mani callose a prendersi cura dell’umanità senza dare spettacolo di “divinità magica o sensazionale”. Lo stupore si può coltivare con una frequentazione paziente e costante con il Figlio del falegname nella libertà illuminata dalla grazia. La Parola mi provoca: cosa soffoca lo stupore nell’incontro con il Signore Gesù?
Oggi dedico del tempo allo stupore per una persona importante per me, per la bellezza della natura, per la saggezza di un anziano... scrivo su un quaderno una preghiera per chi oggi ha risvegliato in me stupore.
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