Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco tua madre!". E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: "Ho sete". Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: "È compiuto!". E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Commento
Spirito Santo, ricrea in me quell'umanità nuova che sgorga dal dono della vita di Gesù in croce.
Anni fa mi capitò di leggere un libro intitolato “Le sette parole di Gesù in croce”, nel quale si meditava sulle ultime parole di Gesù. Ha un qualcosa di affascinante il riflettere sulle ultime parole di una persona. L’uomo è un animale parlante, un essere in comunicazione ed è interessante quello che dice prima del silenzio della morte. Anche perché la morte impone il silenzio anche agli altri, toglie le parole che diventano insensate e non bastano più a dire, spiegare e consolare. Quindi, quello che diciamo prima della morte diventa rivelatore di chi siamo, di che cosa crediamo e ciò che conta per noi. Nel vangelo di Giovanni il Verbo fatto carne assume non solo le parole delle Scritture, ma tutte le parole dell’umanità che nel dramma della croce trovano il loro compimento. In questo Venerdì Santo ci vengono offerte tre delle ultime sette parole di Gesù. Da questa morte che mette in scacco le relazioni, il desiderio e il compimento, Gesù con le sue parole genera la Chiesa come una nuova famiglia, ribadisce che avrà sempre sete dell’umanità anche se non corrisposto e infine trasforma la fine nell’inizio, il rifiuto in dono totale, la resa in vittoria. Gesù non ha perso la vita, l’ha trasmessa nel suo soffio per ricreare l’umanità nuova. Come mi pongo io di fronte ai miei “Venerdì Santo” e a quelli di chi mi sta vicino?
Quest’oggi trovo un momento per sostare di fronte al crocifisso per affidargli questi momenti di “morte” e se non ho parole, faccio mie quelle di Gesù.
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