Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Commento
Oggi la liturgia ci pone di fronte all’ultimo passo del cammino dell’uomo Gesù, di quell’uomo che è al contempo vero Dio. Che strano che, dopo aver subito quel supplizio, gli insulti, gli sputi, il disprezzo, prima di morire, morire come un malfattore, Gesù dica: tutto è compiuto. In che senso "è compiuto"? Tutto ciò non appare come una disfatta? Certo, Gesù dà compimento alle Scritture. Ma più profondamente, compie in modo definitivo ciò per cui è stato mandato, per cui si è scomodato, per cui è entrato nel mondo. Da lì, dall’albero della croce, avendo in mente il volto di ciascun uomo e di ciascuna donna della storia, mi dice, ti dice: guarda, guardami, io son venuto per questo, per dare tutta la vita, tutta, per te, per la tua felicità. Io accetto di morire, accetto questo passaggio, necessario perché io possa risorgere, perché tu possa avere la vita vera, possa gustare l’eternità già qui e ora e perché tu possa esistere per sempre e non perdere niente di tutto ciò che hai amato.
E mi dice anche: ho sete, ho sete di te, del tuo sì libero, perché senza che tu lo voglia io non ti posso salvare, io questa salvezza per cui dò tutto me stesso, non te la posso dare se tu non la accogli nella tua libertà.
Signore, oggi desidero guardarTi, guardare tutto il Tuo amore per me, e corrispondervi, perché l'Amore sia amato.
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