In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Commento
Leggendo questo vangelo non mi è stato subito chiaro cosa mi volesse dire oggi, allora ho letto il capitolo diciottesimo in cui è inserito. Gesù parla ai suoi discepoli dell'importanza di ritornare come bambini per entrare nel regno dei cieli, di non scandalizzare i più piccoli, di avere un comportamento coerente con quanto si dice di credere e che per Lui è importante custodire il Suo popolo, al punto che vorrebbe che nessuno andasse perduto. Gesù sta dicendo a noi, suoi discepoli, di rimanere uniti, di custodirci l'un l'altro per rimanere alla Sua sequela. Per fortuna non siamo soli in questo cammino, ma possiamo aiutarci gli uni con gli altri. In questa custodia reciproca ci sta che avvengano delle correzioni fraterne, ma Gesù ci indica anche un modo per farle. Non con l'intento di giudicare, perché prima è meglio togliere la trave del proprio occhio, ma con il fare del pastore misericordioso che va in cerca della pecorella perduta e con amore la riporta a sé, anche correggendola, per ridonargli vita vera e libertà. Mi colpisce la frase: "se due o tre sono riuniti nel mio nome". Forse ciò che Gesù ci consiglia di ricordare nelle nostre famiglie, comunità, nei nostri legami è che siamo uniti nel Suo nome, che l'importante è custodirci nella santità reciproca. Non siamo uniti in nome di chi ha ragione o di chi è più bravo, ma per un Bene più grande. Quando voglio far notare qualcosa che non va ad un mio fratello, agisco con l'intento di avvicinarLo a Cristo? Lo faccio nel nome di Dio? Lo faccio con amore?
Spirito santo, scendi nel mio cuore e oggi donami la Tua carità affinché, se mi dovesse capitare di correggere o consigliare qualcuno, io lo possa fare con amore, ricordandomi che Tu sei il centro.
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